Rocket in my Pocket

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Varcando l’uscio dei Sun Studios di Sam Phillips nel maggio del 1954 per incidere il suo primo singolo, “That’s All Right”, Elvis Presley lasciò la prima impronta dell’esplosione mondiale del rock, dando il via alla più grande e fortunata carriera che l’industria discografica abbia mai conosciuto.
Tuttavia, quella del rockabilly è soprattutto una storia di singoli personaggi minori, prima che di star.
Gran parte delle performance più memorabili furono effettuate da artisti sconosciuti la cui carriera si esaurì ancor prima che si asciugasse l’inchiostro sui loro contratti discografici. “A Rocket In My Pocket” – titolo preso in prestito da una famosa canzone dell’epoca e paradigma del rockabilly più crudo e genuino – fa sì che ora quegli sconosciuti eroi prendano legittimamente posto accanto alle leggende, da Jerry Lee Lewis a Wanda Jackson e Buddy Holly, fino ai revivalisti Stray Cats e Cramps.
Questa sorprendente “Storia vera del Rockabilly”, tanto ricca quanto leggera, celebra le origini della musica dei teenager, quella primordiale miscela di country, blues e hillbilly che sgorgò nel Sud degli Stati Uniti per andare alla conquista del mondo. Ritmi sfrenati e voci scatenate esplodevano in canzoni che erano un inno allo stile di vita della nuova gioventù ribelle: macchine e ragazze, ballo e liquori, abiti sgargianti e acconciature ancora più vistose. Sempre alla ricerca di qualcosa che non si poteva raggiungere, non si poteva fermare e non si poteva spiegare ai propri genitori. Come un fulmine chiuso in una bottiglia, una tigre presa per la coda, un razzo infilato in tasca…

 E poi non dite che non vi consiglio dei libri da leggere ...ragazzi studiate che la cultura è importante ;-)
 
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